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Cucinare con i bambini, nuove competenze e abilità per una crescita sana e consapevole

Il semplice fatto di condividere la cucina con i bambini proiettati verso un progressivo e sinuoso percorso di crescita, viene considerato dagli esperti come una solida base da cui partire, per avviare una vera e propria missione educativa. Attraverso la percezione di nuovi stimoli sensoriali, i piccoli aprono la strada allo sviluppo di nuove competenze, non solo linguistiche e/o matematiche, ma anche relazionali, sempre più orientate all’accrescimento di un migliorato senso di autonomia e responsabilità. Gli effetti e i benefici sono tangibili a partire dall’età prescolare e, a lungo termine, divengono un buon trampolino di lancio per una maturazione ottimale, sotto tutti i punti di vista.

La percezione di nuovi stimoli sensoriali e il rinnovato modo di scoprire la realtà

Si tratta di un pensiero montessoriano: i bambini di età compresa tra i 12 e i 15 mesi maturano un importante desiderio di imitare gli adulti, cominciando ad essere affascinati da un nuovo modo di scoprire le cose. Ed ecco che attraverso un’esperienza così completa e ricca di particolari come quella da poter sperimentare ai fornelli, i piccoli in età prescolare ne ricavano la stragrande maggioranza dei benefici, indispensabili per una crescita graduale e costante nel tempo. Affidando loro dei semplici compiti (contare le uova, setacciare la farina, manipolare un impasto, infornare un dolce, misurare le dosi, etc), si fa in modo che questi percepiscano i sensi in maniera differente: faranno fede ad un tatto mai sperimentato prima, considereranno l’olfatto attraverso un nuovo punto di vista, udiranno altri suoni, i suoni della cucina, da sempre affascinanti, autentici, coinvolgenti.

L’affinamento delle prestazioni

La cucina è un vero e proprio campo di addestramento, dove diventano sempre più tangibili l’affinamento delle prestazioni e l’accrescimento dell’interesse verso lo sviluppo di nuove abilità. Tra le principali, si annoverano:

le competenze linguistiche e comunicative: il bambino trae beneficio dalla lettura delle ricette, dal nominare gli ingredienti, toccandoli con mano e mettendoli a confronto;

la capacità di concentrazione: si induce il piccolo ad avere pazienza e a perseguire al meglio l’obiettivo finale. Per una buona riuscita della ricetta, è bene prestare attenzione ai dettagli;

le abilità matematiche: impara a misurare le dosi e a prendere coscienza dell’importanza di maturare una competenza che gli sarà utile per tutta la vita.

Il senso di responsabilità e la rinnovata autonomia

Anche se non esiste una ricetta a portata di bambino, infine, in cucina è bene trovare un compromesso, affidando ai più piccoli compiti adatti alla loro età, semplici e via via più complessi, non per questo motivo banali o privi di scopo. Coinvolgendoli gradualmente nella preparazione del pranzo di famiglia o nella realizzazione di un piatto nuovo, presteranno automaticamente attenzione ad ogni singola mansione gli venga affidata. Vengono messi di fronte ad un compito che può avere un’importanza sopra le righe. Fatto sta che ultimata la ricetta e perseguito l’obiettivo finale con il massimo della tenacia, accresceranno in loro autostima e senso di responsabilità: il minimo che si possa auspicare in un iniziale percorso di crescita che spesso si rivela complesso, a tratti difficile e fatto di ostacoli.